Che il cinema turco fosse un altro pianeta rispetto al resto del mondo noi più di altri dovremmo saperlo, avendo orgogliosamente adottato Özpetek, uno dei registi di punta del nostro glorioso Paese.
Tutto ciò che potrei scrivere su Olum Savascisi impallidirebbe di fronte alle immagini della battaglia finale del film: se riuscirete a resistere all’incredible tensione che le immagini vi trasmetteranno, riuscirete ad apprezzare la maestria sia degli attori (attori veri! niente stunt man! questo è il cinema che ci piace!) che del regista che usa la cinepresa come un pennello; ma una menzione speciale va a chi ha montato il film: il profondo studio che c’è dietro questa sopraffina tecnica di montaggio disintegra tutte le lezioni che abbiamo imparato fino adesso: dimenticate Ėjzenštejn e Welles, anzi non provate nemmeno lontanamente a pensare a loro durante questo post.
Il film in questione è privo di trama e la sua unica ragion d’essere è che siamo in pieni anni 80 (benedetti anni 80) e in piena moda ninja.
Ultima menzione speciale per il protagonista Cuneyt Arkin: sembra che vada a dire in giro di essere stato ad un passo dall’interpretare 007 dopo Sean Connery. Certo.
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