DELL’EPOCA IN CUI UOMINI VERI LOTTAVANO CON ALTRI UOMINI VERI ED IN PALIO LO SGUARDO DI UNA SFITINZIA DAI CAPELLI VAPOROSI

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C’erano una volta gli anni ’80, che magari non saranno stati così belli come ce li ricordiamo (come fa giustamente notare il Dottor Manhattan nel suo libro), ma che di sicuro avevano un pregio: si poteva osare qualunque cosa, si potevano superare i limiti del buon gusto senza per questo apparire ridicoli agli occhi degli indigeni di quegli anni, si potevano esplorare luoghi che in nessun’altra epoca passata nè nei successivi 35 anni nessuno ha mai osato visitare: insomma, chi ha avuto la fortuna di crescere in quegli anni, di guardare quel mondo tutto matto con occhi innocenti di bambino/giovane/adolescente, è stato testimone di un mondo pieno di episodi, personaggi, cultura pop  incredibili per chi non li ha vissuti.
Fortunatamente gli anni 80 son tornati di moda, visto che il mondo è ormai nelle mani di chi è cresciuto in quegli anni (finalmente dico io, sessantottini del ciospo, fatevi da parte!) e non c’è il pericolo che tutti quei momenti vadano perduti come lacrime nella pioggia.
Quanti di voi hanno mai sentito parlare di Tony Fusaro? Vi vedo perplessi…Se dico “Catch & Catch” invece, vi si illumina qualche lampadina? A qualcuno di sicuro, per chi ancora mi sta guardando con lo sguardo spento vi spiego brevemente: il catch è l’antenato del wrestling, con le seguenti differenze:

– per catch si intende,  tipicamente, quello sport del tutto simile al wrestling ma con lottatori giapponesi perlopiù;

– nel catch avevano la pancetta da dopolavoro se andava bene, nel wrestling son tutti muscoli;

– il catch è figo, il wrestling è cacca in confronto.

Catch & Catch era un programma che andava in onda nella selva di televisioni private locali negli anni 80, e Tony Fusaro era il profeta di quello sport così affascinante; le abilità di Tony erano molteplici: fingeva senza nessuna vergogna di essere presente fisicamente in Giappone, facendo commenti sul meteo locale e sulla simpatia dei suoi colleghi jappo con una nonchalance invidiabile; ma la sua creatività esplodeva in tutto il suo potenziale quando inventava i nomi alle varie mosse dei lottatori: la svastica, il laccio californiano, lo spaccacervello (il mio preferito).

Ecco ad esempio cosa ho trovato su youtube: Tiger Mask vs Black Tiger, commentati dal nostro eroe (notate la serietà e competenza che trasuda il suo commento).

Eh già, Tiger Mask, il supereroe degli anni 80, che, come batman, è stato interpretato da ben 5 lottatori diversi, ispirato dal manga/anime Tiger Man (si, proprio lui, quello di Tana delle Tigri), era uno spettacolo vederlo volteggiare attorno agli avversari (e voi mi venite ancora a parlare del wrestling?).

Ma non solo Tiger Mask, il wrestling degli anni 8o ci ha regalato personaggi pazzeschi!

Il più famoso fu Antonio Inoki, che col suo mento importante divenne per un pezzo il campione indiscusso di questo sport (a freddo posso dirlo che mi stava parecchio sulle balle con quella sua aria da perfettino?)

Tatsumi Fujinami, noto anche come The Dragon, lo ricordiamo perchè pupillo di Inoki (raccomandato!!!!); di seguito le sue migliori 10 mosse

E poi Kengo Kimura che nei seguenti 15 secondi entrerà nei vostri cuori per sempre

Hulk Hogan non è giapponese, ma è figlio di quell’epoca, così come gente del calibro di Andrè the Giant (il mio idolo assoluto) e Abdullah The Butcher.

Hulk Hogan vs. The Butcher

E poi la follia: Hulk Hogan vs. Andrè The Giant

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